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Emicrania - Patologia

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Emicrania come difetto energetico

L’emicrania è una sindrome da deficit energetico. Una risposta adattativa del cervello in seguito a una discrepanza tra riserva energetica e sovraccarico sensoriale.

L'emicrania è, almeno in parte, una sindrome da deficit energetico. Può essere, infatti, considerata come una risposta adattativa che si verifica negli individui con una predisposizione genetica e una discrepanza tra la riserva di energia del cervello e il “carico di lavoro” a cui esso viene sottoposto.1

Alla base dell’attacco di emicrania abbiamo, quindi, un sovraccarico sensoriale che va ad agire su un cervello che ha una bassa riserva energetica.1 È come se durante l’attacco emicranico il nostro cervello andasse in “modalità risparmio energetico”. I vari momenti dell’attacco e i fattori scatenanti lo dimostrano.

Già uno o due giorni prima della comparsa del dolore emicranico, molti pazienti riferiscono varie combinazioni di affaticamento, difficoltà di concentrazione, sensibilità alla luce o ai suoni, nausea, pallore, modifiche dell'umore, aumentata sonnolenza e cambiamenti nel mangiare e nel bere, in particolare con la ricerca di cibi, ad esempio, dolci. Quando compare il dolore si associano nausea e/o vomito e fastidio alle luci, ai rumori e agli odori. La cefalea è, inoltre, aggravata da attività di routine leggere come camminare o salire le scale. Il comportamento dei pazienti con emicrania durante l'attacco è caratteristico: questi soggetti cercano di restare immobili il più possibile e/o dormire, evitando così ogni tipo di esercizio fisico e/o mentale in un ambiente il più possibile vuoto di stimoli (“sto bene a letto e al buio”). Al termine della fase di dolore, per alcuni giorni possono persistere stanchezza, debolezza e affaticamento, difficoltà di concentrazione, cambiamenti di umore, sonnolenza e sbadigli.2

Se pensiamo, inoltre, ai fattori scatenanti l’attacco emicranico, il legame con il metabolismo energetico risulta ovvio. L’attacco può essere scatenato, in particolar modo, da stress o successivo rilassamento, digiuno o saltando un pasto, cambiamenti del sonno (sia dormire molto che troppo poco), alterazioni degli ormoni ovarici (è nota, in particolare, la relazione con le mestruazioni e la contraccezione orale), cambiamenti del meteo (compresi determinati venti, ipossia ed elevate altitudine), esercizio fisico (compresa l'attività sessuale), alcool, odori forti (soprattutto profumo o fumo di sigaretta), luce intensa (soprattutto luce brillante o blu) e rumori forti. I singoli fattori scatenanti sembrano avere un effetto che si somma, portando a un attacco emicranico solo quando è stata raggiunta una soglia.1

Dal punto di vista strumentale, diversi studi di spettroscopia biochimica e di risonanza magnetica hanno confermato la presenza di un deficit di produzione di energia insieme ad un incremento del consumo energetico nei pazienti con emicrania, a confermare che un incremento del fabbisogno energetico oltre una certa soglia crea le precondizioni metaboliche e biochimiche per l'insorgenza dell'attacco di emicrania. Dal punto di vista terapeutico, la riboflavina e il coenzima Q10, entrambi implicati nel metabolismo energetico, sono efficaci nella profilassi dell'emicrania, supportando l'ipotesi che il miglioramento del metabolismo energetico cerebrale possa ridurre l’eccessiva sensibilità che scatena l'attacco.3

 

Bibliografia di riferimento
  1. Gross EC, Lisicki M, Fischer D, Sándor PS, Schoenen J. The metabolic face of migraine - from pathophysiology to treatment. Nat Rev Neurol. 2019 Nov;15(11):627-643. doi: 10.1038/s41582-019-0255-4. Epub 2019 Oct 4. PMID: 31586135.

  2. Montagna P, Pierangeli G, Cortelli P. The primary headaches as a reflection of genetic darwinian adaptive behavioral responses. Headache. 2010 Feb;50(2):273-89. doi: 10.1111/j.1526-4610.2009.01584.x. Epub 2009 Dec 21. PMID: 20039962.

  3. Cevoli S, Favoni V, Cortelli P. Energy Metabolism Impairment in Migraine. Curr Med Chem. 2019;26(34):6253-6260. doi: 10.2174/0929867325666180622154411. PMID: 29932030.